LA BELLA, BELLISSIMA VITA DEGLI ALLENATORI DELLE GIOVANILI

Si avvicina il termine di un'altra stagione sportiva e parafrasando il titolo di un articolo del Sole 24 ore, che ha avuto molta risonanza ed è stato pubblicato anche di recente sul nostro sito, voglio esprimere quanto sia bello il nostro "mestiere" e quanto sia gratificante cercare di dare una mano a far crescere come atleti e come persone i ragazzi e le ragazze del basket.

Lo dico dopo più di trent'anni di basket e quasi 800 panchine, di allenamenti e partite all'aperto anche d'inverno quando il Visconti non aveva ancora una palestra, dopo aver giocato seppur per poche stagioni ed aver capito che forse il mio ruolo migliore era quello di allenare. Dopo aver visto crescere bimbi ora uomini che ho incontrato in palestra e sui campi avversari.

Devo tanto al basket che mi ha fatto conoscere il mio primo allenatore e poi un grande amico, Antonio Conti, che tanto ha dato al Visconti e che mi sembra di rivedere in palestra ogni volta che sento un palleggio. 

Il Visconti mi ha fatto incontrare tante persone che condividono la mia stessa passione e che si impegnano ogni giorno per migliorare la qualità del nostro "lavoro". 

Mi ha fatto vivere esperienze sportive uniche e tanti momenti di riflessione sul senso della vittoria sportiva ma anche della sconfitta e del dover ricominciare.

Il Visconti ed il basket mi han dato modo di fare esperienza per tre anni anche in un'altra società sportiva e conoscere altri grandi appassionati di questo sport, di allenare anche giocatori provenienti da altre squadre.

Per questo dico che è bella, anzi bellissima la vita degli allenatori delle giovanili: basta pensare che quel che si riceve è molto ma molto di più di quel che si dà o si cerca di dare. 

Mario Ferrari